Canonica d’Adda

Bergamo

Cosa vedere

Bosco di Mezzo: a Sud del Cimitero monumentale di Crespi d’Adda, il fiume Brembo confluisce nell’Adda dopo un percorso di circa 74 chilometri. Qui, nel territorio di Canonica d’Adda, si estende una zona umida denominata “Bosco in Mezzo”. Un’area di elevato pregio ecologico perché costituisce una porzione di vegetazione in prossimità di ambiti agricoli e urbanizzati ed è zona di rifugio e alimentazione per la fauna.

Roggia Vailata: venne derivata sulla riva sinistra del fiume Adda, all’altezza del ponte che collega la riva bergamasca di Canonica d’Adda con quella milanese di Vaprio d’Adda, e utilizzata per l’irrigazione dei campi.

La Storia del paese

Alla confluenza dell’Adda e del Brembo sorge Canonica d’Adda. Le memorie storiche danno per certo che, nell’anno 268 d.C., il luogo fu campo di battaglia tra l’imperatore Claudio II e M. Acilio Aureolo, usurpatore del potere imperiale. Sconfitto Aureolo, l’imperatore ne onorò la memoria con la costruzione di un ponte sull’Adda e un sepolcro sulla sponda sinistra del fiume.

La zona, valorizzata dalla presenza del ponte, era attraversata da una strada che collegava Milano a Bergamo e che proseguiva poi verso i territori orientali fino ad Aquileia. Questa consentì al borgo di sviluppare i commerci e di diventare centro di rilievo nell’economia del periodo, almeno fino all’arrivo delle invasioni barbariche, in particolare dei Longobardi.

La cristianizzazione dei nuovi conquistatori diede il via alla costruzione di una grande chiesa che, intitolata a San Giovanni Evangelista, assunse il ruolo di Pieve e fu posta a capo di ben trentasei paesi, situati sia sulla riva destra che su quella sinistra del fiume Adda. Ai canonici della pieve venivano versate tasse, decime e le rendite dei territori vicini. Il potere esercitato sui borghi limitrofi era quindi enorme, quasi al pari di quello vescovile. Fu in questi anni che il borgo assunse il nome di Canonica.

Il tutto continuò per oltre quattro secoli fino a quando, nel 1577, San Carlo Borromeo revocò le concessioni ai canonici per via della loro vita dissoluta e lontana dai valori spirituali. La pieve venne quindi demolita, in luogo alla quale venne edificato un nuovo edificio di culto, tuttora utilizzato come parrocchiale.

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