Passerella Pestalozza: conduce da Fara Gera d’Adda a Groppello. Quest’ultimo passaggio viene progettato nel 1873 dall’ingegner Alessandro Pestalozza, poi coinvolto nelle cosiddette centraline “Galimberti” sul Naviglio di Paderno. Tra Fara e Groppello, la struttura subentra a un più antico traghetto e serve l’afflusso dei lavoratori del Linificio Canapificio Nazionale di Fara.
Linificio Canapificio Nazionale: fu fondato nel 1870 per la ditta Ceriani, e fu il primo degli stabilimenti della società LCN, fondata nel 1873 da Andrea Ponti, che assunse in pochi anni gigantesche proporzioni raggiungendo i 21 opifici.
Famosi documenti scritti, suffragati da reperti attendibili, testimoniano la presenza, nel VI secolo, sulle rive dell’Adda, dei Longobardi. A loro dobbiamo il nome della regione, Lombardia, e quello di Fara.
Autari, terzo re dei Longobardi in Italia, venne eletto nel 585. A lui la tradizione attribuisce l’insediamento della sua tribù, o fara, sulle rive dell’Adda, luogo che acquistò in seguito notevole importanza, per avervi il re costruito un palazzo e una basilica di culto ariano, e che da lui si chiamò Fara Autarena.
I Longobardi restano al potere circa cento anni, quando sulla scena politica italiana appaiono due personaggi “chiave”, il re Grimoaldo e il vescovo Giovanni di Bergamo, responsabile della conversione degli ariani faresi al cattolicesimo.
Sei diplomi imperiali, confermano l’esistenza a Fara, nel secolo VI, di un luogo riservato al culto e dedicato a S. Alessandro martire.
Conosciuta oggi come “oratorio di Santa Felicita”, la basilica Autarena conserva ben poco delle antiche forme architettoniche.
Travolto il regno longobardo da Carlo Magno nel 774, il paese, per alcuni secoli, registra quasi unicamente azioni di guerra, vandalismi, invasioni, distruzioni.
Il periodo attorno al Mille sembra caratterizzato da un forte risveglio demografico e da una maggiore produzione agricola.
Gli spagnoli passano la mano agli austriaci nel governo del ducato di Milano. Nel 1784, Giuseppe II unifica i confini religiosi del ducato con quelli civili, per cui la parrocchia di Fara cessa di far parte della diocesi di Bergamo e venne aggregata a quella di Milano.
L’abbondanza dei documenti d’archivio ci presenta un quadro nero dell’ambiente farese nell’Ottocento: forti tempeste, gravissime carestie, il vaiolo, la pellagra, la scabbia una sequela interminabile di flagelli che sconvolsero il paese.
A sollevare le condizioni economiche, l’arrivo nel 1870 la società Ceriani & C. con la costruzione di uno stabilimento di filatura per la lavorazione del lino e della canapa. Società che nel 1873 cambia ragione sociale in Linificio e Canapificio Nazionale.